Stemma e gonfalone

Stemma e gonfalone

29 May 2020

Stemma e gonfalone

29 May 2020

Lo Stemma

Lo stemma di Cappella è stato presentato ed approvato in consiglio comunale la sera del 29 gennaio 2009; nei giorni successivi se n’è scritto sui giornali locali quindi è probabile che la maggior parte dei lettori conosca già il significato simbolico dei grafemi. Si ritiene tuttavia che possa giovare, a futura memoria, ripercorrere brevemente le scelte effettuate e le loro motivazioni: lo stemma infatti altro non è che la sintesi grafica di tutto ciò ciò che Cappella è stato e di ciò che è.

Lo stemma ha forma quadrilatero, chiamata sannitica, francese o moderna, con angoli inferiori arrotondati e punta mediana; con una proporzione tra larghezza e altezza di sette moduli per nove, con mezzo modulo per la punta: è, oggi, il tipo solitamente usato. Lo scudo è diviso in quattro parti ( quadripartito o inquadrato ) da una sottile croce d’argento ( filetto ) che rimanda immediatamente alle radici cristiane della comunità; al tempo stesso però fa riferimento ai quattro punti cardinali esprimendo orientamento di apertura verso il mondo, oltre che la piena disponibilità ad accogliere tutti, ad abbracciare chi arriva da lontano e diventare parte integrante del luogo. In alto, alla sinistra normale, trova posto una figura mitica, fantastica: uno liocorno d’argento.

Il liocorno o unicorno rimanda al passato, alla storia: i Picenardi, signori di queste terre, avevano sul loro scudo proprio il liocorno che era però rosso, colore generalmente legato al sangue ed al combattimento; può darsi quindi che volessero esprimere una loro natura, un atteggiamento.

Per fortuna i tempi sono cambiati: al rosso è stato sostituito l’argento e in verità nulla è più lontano del sangue per il mite liocorno. Questo animale che ha la forma di un cavallo, di solito bianco, di piccola taglia (umiltà), con un corno attorcigliato in fronte è una figura fantastica anche se, nel tempo, si era radicata la certezza della sua esistenza e qualcuno, come lo storico greco Ctesia raccontava nei suoi scritti sull’India, dell’esistenza in quel paese di questo animale; in verità si trattava probabilmente del rinoceronte indiano. Più tardi, nel medioevo, si comincia a credere che il suo corno tritato avesse il potere di neutralizzare i veleni, ma lo si ritiene impossibile da catturare se non mentre dorme in grembo ad una fanciulla vergine, sola persona cui l’animale si avvicina. Questa leggenda ne fa, chiaramente, simbolo di purezza e castità.

Le figure in basso a sinistra e in alto a destra esprimono i caratteri propri del territorio di Cappella. In particolare, le cinque stelle attorno ad una stella più grande, tutta d’oro e a cinque punte, rappresentano le cinque località del comune di pari importanza e dignità (Cansero, Fornaciotto, Isolello, Mottaiola de’ Padri, Vighizzolo) ha attorno al centro più grande (Cappella). La stella che, su stemmi e bandire, è usata tantissimo, addirittura fino a sedici punte, secondo il significato che le si vuol dare, quando è a cinque punte rappresenta proprio un microcosmo umano, una comunità. Esempi celebri sono la bandiera degli USA dove cinquanta stati sono rappresentati da stelle a cinque punte e lo stemma di Stato della nostra Repubblica che, oltre alla ruota dentata che rappresenta il ” lavoro”, su cui si fonda il nostro Stato, ha una stella a cinque punte che indica proprio la Nazione. Le tre spighe di grano impugnate rimandano alla coltura più diffusa a Cappella. Il grano inoltre è il frutto della terra per eccellenza e, nella mitologia, si narra come Cerere, dea del raccolto, lo abbia donato gli uomini in occasione di un momento di grande gioia: il ritrovamento della propria figlia Proserpina. In particolare, su fondo ( campo ) azzurro, secondo il Crollalanza, illustre araldista, divengono espressione di un valore universale: la “pace “. Pace perché è nei periodi di pace che c’è il raccolto e la prosperità; per prima cosa infatti ciò che veniva distrutto durante le invasioni erano proprio i raccolti e, nel suo passato, questo territorio non fu immune da saccheggi e distruzioni

infine, in basso a destra, trova posto un riccio di pastorale. Forse verrà naturale ai lettori pensare ai due Vescovi che qui ebbero i natali. Il riferimento è del tutto casuale, perché in araldica non si rende omaggio ai vivi; la ragione è semplice: non si può mai garantire sulla vita di nessuno; cioè, nessuno può essere sicuro che un vivo, seppure degno di omaggio e di ossequio, ad un certo punto della propria esistenza non muti l’atteggiamento convertendosi al male. Una persona morta ha già concluso la propria esistenza e si può essere ben certi dello stile di vita mantenuta fino alla fine. In verità, il pastorale allude alla Chiesa in generale ed alla chiesa di Cappella in particolare che nei suoi ” pastori ” è sempre stata a fianco del proprio ” gregge”, punto di riferimento e centro di aggregazione. Dalla Chiesa, inoltre transitano i momenti salienti della nostra vita: dal battesimo, al matrimonio, al momento ultimo dell’addio al mondo. Il pastorale rimanda, ancora, al carattere di sacralità del nome del paese: Cappella è, etimologicamente, ” piccolo luogo sacro “; il termine è legato alla cappa di San Martino ( 300 d.c.) che, a Tours, città francese di cui il Santo divenne vescovo, veniva conservata in un piccolo luogo sacro di epoca romana (sacello) che, da “cappa”, prenderà nome di “cappella”; per estensione si chiamerà cappella ” qualunque piccolo luogo sacro “.

Sotto lo scudo, trova posto un nastro con una frase di Sant’Ambrogio: ” Ubi fides ubi libertas”, dove ” fides ” non è solo ” fede” ma, laicamente, è anche ” idea”, ” ideale ” che si persegue, per cui si combatte o ci si batte.

Diamo adesso un’occhiata ai colori usati nello stemma che sono tre e precisamente uno smalto ( l’azzurro ) e due metalli ( l’oro e l’argento ). In Araldica, l’azzurro simboleggia fedeltà, devozione, giustizia, perseveranza e, se unito all’argento, vittoria: sarebbero qui richiamati i caratteri e le aspirazioni della comunità di Cappella. Inoltre, azzurro era il mantello che San Martino divise con un mendicante; un rimando dunque ancora una volta un nome del paese. L’oro rappresenta il sole, fonte di vita e di ricchezza ed è usato per i simboli ( stelle e spighe ) legati al territorio; quindi con carattere di materialità. L’argento, con cui sono stati rappresentati il riccio di pastorale e il liocorno, è legato invece al mondo dello spirito ed è espressione di purezza e di innocenza. L’equilibrio è stato rispettato. Incorniciano lo scudo i simboli propri del comune eguali per tutti comuni; sono obbligatori e stabiliti dal Regio Decreto 7 giugno 1943, n. 651 e 652: una corona d’argento in alto e in basso un ramo di alloro ( gloria ) e di quercia ( forza) , legati da un nastrino con i colori della bandiera nazionale.

Il gonfalone

Il gonfalone è un drappo di forma rettangolare, fissato ad una lancia; in basso, a coda di rondine o merlato o, come nel nostro caso, diritto. Su di esso, al centro, viene “caricato”, cioè riportato, lo stemma di cui riprende i colori. Nelle cerimonie ufficiali, il gonfalone rappresenta il comune.

La Blasonatura

A conclusione, si riporta di seguito la cosiddetta “blasonatura di stemma e gonfalone “, cioè la descrizione degli stessi secondo il linguaggio e le regole dell’Araldica.

Stemma

d’azzurro, inquadrato dalla croce in filetto di argento: nel PRIMO, il liocorno rampante, d’argento; nel SECONDO, la stella di cinque raggi, d’oro, accompagnata da altre cinque simili stelle, più piccole, poste in circolo, dello stesso; nel TERZO, le tre spighe di grano, impugnate, d’oro; nel QUARTO, il riccio di pastorale, d’argento. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di argento, il morto, in lettere maiuscole lapidarie romani, di nero, a UBI FIDES IBI LIBERTAS. Ornamenti esteriori da comune.

Gonfalone

drappo di bianco con la bordatura di azzurro, riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dallo stemma sopra descritto con la iscrizione centrata in argento recante la denominazione del comune. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L’asta verticale sarà ricoperta di velluto dei colori del drappo, alternati, con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’argento.

Utilità

torna all'inizio del contenuto